Non lasciare che la vita passi: viaggia!

Magari ti è già capitato di immaginare di fare un viaggio per fuggire dalla vita che conduci e dai problemi che ti incatenano. Magari hai pensato di farlo per staccare la spina dalla tua quotidianità e darti il tempo di riflettere…

Allora, fallo davvero!

Quella vocina che ti suggerisce di partire è il bisogno di afferrare la vita e di non lasciarla scappare via.
E’ il desiderio di sentirti vivo!
E viaggiare ti regala un senso di libertà e una grande ricchezza.
Quello che vedi e che vivi durante un viaggio, prima ti lascia senza parole, ma poi ti trasforma in un grande narratore.

Perciò, parti!

Non importa quale sia la meta, se vicina o lontana.
Basta che ti permetta di vedere qualcosa di nuovo, che faccia cadere la tua routine.
Apri la porta a qualcosa di diverso: compra un biglietto dell’autobus o del treno o della nave o dell’aereo e inizia a nutrire la tua cultura, la tua curiosità e la tua voglia di conoscere.

Se non hai nulla da cui fuggire, perché la tua vita va bene… viaggia per festeggiare qualcosa di buono.
E se invece ti è successo qualcosa di doloroso, viaggia per dimenticare.
Non ti è successo niente? Allora viaggia per far accadere qualcosa

Viaggiare significa muoverti, allontanarti da casa, andare incontro al nuovo.
Viaggiare vuol dire metterti in movimento, dentro e fuori di te.

Viaggiare, purtroppo, è qualcosa che spesso rimandi, in attesa del periodo giusto, del meteo migliore, dell’occasione speciale, del denaro in abbondanza.
Ma non devi farti frenare da questi pensieri, perché altrimenti non viaggerai mai.

Perché vuoi muoverti? Che cosa ti spinge a farlo?
Sono le risposte a queste domande che ti daranno la direzione.

E un viaggio ti regala emozioni, sensazioni che non scorderai mai più.
Un viaggio ti metterà di fronte a nuove persone, nuovi colori e nuovi profumi. Mostrerà ai tuoi occhi le meraviglie del mondo (se avrai la possibilità di andare lontano) e ti permetterà di conoscere nuovi costumi.
In poche parole, ti aprirà la mente e ti sentirai trasformato alla fine del viaggio.

Muoverti ha un costo, è vero, ma ti arricchisce davvero.
E ti rendi conto, viaggiando, che le cose migliori della vita non sono materiali: non il cellulare di ultima generazione né gli occhiali griffati o il tablet da migliaia di euro.

Viaggiare dà libertà alla tua immaginazione e rianima le tue idee.
Il viaggio non lo misuri in chilometri o in miglia, ma in tutti gli incontri che fai e le storie che ascolti.
Puoi condividere il viaggio con amici e familiari, oppure puoi scegliere di viaggiare da solo per ascoltarti, metterti alla prova e crescere.

In qualsiasi modo tu decida di farlo, viaggiare è un modo per amare te stesso e prenderti cura di te, trasformando i tuoi sogni in realtà e trovando le risposte che cerchi.

Puoi scegliere di vivere anche senza viaggiare, senza andare incontro all’ignoto…
Ma così come una nave non è stata creata per restare immobile nel porto sicuro, tu non sei nato per restare fermo, ma per dissetare il tuo bisogno di conoscere e condividere.

Per aiutare un familiare che soffre ci vogliono disponibilità, amore e positività.

Non è facile guardare in faccia un familiare che soffre senza provare il desiderio di farlo stare meglio all’istante.
Che si tratti di una malattia o di uno stato psicologico, vorremmo vederlo stare bene, perciò ci attiviamo a partire dalle cose pratiche per poi passare al sostegno morale.
Ma cosa succede se quel familiare non ne vuole sapere di seguire le nostre indicazioni, i nostri consigli?
Se si chiude in se stesso e smette di sorridere…
Se quando ci vede si lamenta per il suo stato e ogni giorno va peggio?

Ci sentiamo in colpa, vero?
Come se non avessimo fatto abbastanza.
La nostra vita si mette in stand by e la qualità va sotto zero.
Ci svegliamo la mattina e ci corichiamo la sera con un unico pensiero: trovare una soluzione e presto.
Ma stiamo buttando via energie che dovremmo invece risparmiare.

Il problema è che stiamo pretendendo l’impossibile: avere tutto sotto controllo e far funzionare le cose per forza.
Non è così che funziona!

Dobbiamo accettare di non avere i superpoteri.

Il nostro familiare non starà meglio solo perché noi lo vogliamo.
Ha bisogno di tempo. Un tempo che è necessario.

E allora cosa fare nel frattempo?
Attivarci per offrirgli le soluzioni possibili, senza la pretesa che funzionino o che lui le accetti.
Riprendere la nostra vita con la consapevolezza di “esserci” e di essere disponibili.
Sentire l’Amore dentro di noi e renderci conto che è davvero “grande”.
Smetterla di farci travolgere dai cupi pensieri e vivere… pensando che siamo più utili se restiamo positivi.

Non è facile, ma almeno… è possibile.

Recupera la… pazienza!

Che danni senza la pazienza!
Stress, ritmi serrati e pessima qualità del sonno ci fanno perdere una delle cose più preziose: la pazienza.
Le conseguenze sono ben note: stiamo male con noi stessi, tutto diventa un peso e rischiamo di compromettere i rapporti con gli altri.
E se i “freni” ci sono ancora con gli estranei, con i familiari scattiamo subito.
E allora ecco le liti, gli scontri e l’insofferenza di fronte a comportamenti e difetti con i quali conviviamo da sempre.
Ma se dopo lo “sfogo” ci sentiamo meno carichi e ci pentiamo, le frasi buttate fuori con rabbia e senza pensarci restano e feriscono l’altro che prenderà le distanze da noi, almeno per un po’.
Inutile poi chiedere scusa, se sappiamo già che presto scatteremo di nuovo.

Meglio spendere un po’ di tempo per capire qual è il nostro limite.

Domandarci “Quand’è che poi perdo la pazienza?” (magari quando sono troppo stanco).
E se riusciamo ad essere consapevoli delle cause, allora possiamo regolarci di conseguenza.

Conosco un manager che, quando capisce di essere troppo teso, lungo la strada del rientro a casa si ferma presso un parco e cammina per mezz’ora. Si scarica della tensione eccessiva e arriva a casa con più pazienza verso i figli piccoli e molto vivaci.

Possiamo anche noi trovare un modo per “scaricarci” e guadagnare un po’ di pazienza da regalare alla nostra famiglia.
Ne godranno i nostri familiari, ma anche noi, perché dopo lo stress quotidiano potremo chiuderci nel nostro “nido”, certi di prendere le distanze dal lavoro e quindi di ricaricarci per l’indomani.

Vuoi limitare lo Stress? Crea la lista con tutta la famiglia!

Ferie terminate per tutti, lavoro ripreso da un po’ e… la scuola che sta per iniziare!
Se sei una mamma, sai che niente può provocare più stress di questo pensiero, visto che normalmente sono sempre le madri ad occuparsi di “figli, compiti, riunioni, colloqui”.
Il carico di impegni, in effetti, aumenta con l’inizio dell’anno scolastico che prevede anche la ripresa di attività e corsi sportivi.
E così ti ritrovi stanca, stremata e qualcuno commenta: “Ma come fai ad essere già ridotta così! Sei appena rientrata dalle ferie!”.
E allora partono i sensi di colpa, la frustrazione, il senso di inadeguatezza.

Ma perché mai?!

Se ti stai occupando di mille cose DA SOLA, è ovvio essere stressata!
E si sa che lo stress provoca stanchezza, irritabilità, scarso entusiasmo, umore nero…

Allora, come puoi “limitare” questo carico di super lavoro?

  1. Parla chiaro con i tuoi familiari e chiedi esplicitamente che facciano la loro parte (per favore, non usare la parola “aiutarmi”, perché altrimenti sembra che ti facciano un favore, mentre dovrebbe essere chiaro che in una famiglia ciascuno faccia la sua parte).
  2. Elimina la pretesa che “ci arrivino da soli” (smettila di dire: “Non sono capace di chiedere!”. C’è di mezzo la tua salute psicofisica!).
  3. Scrivi un elenco di cose da fare quotidianamente (es. rifare il letto, apparecchiare, passare l’aspirapolvere, stendere…) e aggiungi a fianco “entro quale parte della giornata” vanno svolte queste attività (es. rifare il letto “prima di uscire di casa”). L’utilità di stabilire “entro quando” vanno svolte ha vantaggi sia per chi le deve fare (così si organizza secondo gli impegni che ha e non sente “il fiato sul collo”) sia per te, che così non devi stare a chiedere mille volte di fare quella determinata cosa nel timore che non venga fatta.
  4. Spiega ai tuoi familiari che ci sono molte attività dell’elenco che non ami fare (così prendono consapevolezza che “non sei appassionata” di lavori domestici!), ma sei disposta a far scegliere prima a loro le attività che preferiscono (così sono chiari il tuo altruismo e la tua disponibilità).
  5. A questo punto, lista in mano, ciascuno segna il proprio nome a fianco dell’attività che si impegna a portare avanti nel corso dei primi “90 giorni”.
    Tre mesi è un tempo giusto per “allenarsi” a portare a termine un compito.
    E sapere di poter “cambiare incarico” dopo tre mesi, può rendere meno pesante l’attività.
  6. Molto probabilmente i tuoi figli/marito si caricheranno dei “pesi” più leggeri, ma tu non lamentarti. Non commentare!
    Lo scopo è far sì che inizino a darti una mano e che si assumano la responsabilità del compito che hanno scelto (ecco perché devono sceglierlo da soli e non devi imporglielo tu!).
  7. Stabilito “chi fa cosa”, provvedi a scrivere in bella copia (meglio al pc) l’elenco delle attività.
    Se sei una tipa precisa, magari preferisci suddividere le attività in base a quando vanno svolte (es. Prima di uscire al mattino: 1. rifare i letti = Luca; 2. portare fuori il cane = Maria, ecc).
  8. Appendi la lista in bella vista, in modo che tutti possano vederla più volte al giorno.
  9. Stabilisci con i tuoi familiari la data in cui iniziare ad usare la lista e ricorda che durerà 90 giorni (perciò scrivi data di inizio e di fine).
  10. Al termine dei 90 giorni potrai aggiornare la lista e cambiare gli incarichi (per poi mantenerli per altri 3 mesi).

Sì, bellissimo!, ma se poi i miei figli non lo fanno?!

Niente di più facile! Soprattutto perché penseranno che “tanto non succede niente se non lo faccio”.
Ecco, allora, l’importanza di stabilire… le “regole del gioco” (anche se un gioco non è).
Coinvolgi tutta la famiglia nello stabilire che cosa succede se uno sgarra.
E mettilo per iscritto (altrimenti va nel dimenticatoio).
Nel caso dei figli, ad esempio, potrebbe essere “non giochi alla Play”, oppure “non esci stasera”… Dipende anche dall’importanza del compito che non è stato portato a termine (es. non portare fuori il cane per fare pipì è più grave di non rifare il letto).

Ricorda che quando le “regole del gioco” vengono stabilite insieme, è più facile rispettarle.
La condivisione e il coinvolgimento sono fondamentali!

Ora non ti resta che trovare il momento giusto, riunire la famiglia e… partire a stendere la lista!
(E non inventare la scusa che “non c’è tempo!”, perché è una riunione che può portarti piccoli benefici e stimolare i tuoi figli a responsabilizzarsi).
L’inizio non sarà facile, ma appena preso il ritmo giusto, vedrai che ti sentirai un po’ meno schiacciata… anche se continuerai a fare mille cose!