Parliamo di maschi ed emozioni… e lo so che le “femmine” avranno da ridire, ma resta il fatto che i maschi non hanno una vita semplice come a volte siamo solite credere.
Spesso li accusiamo di essere “insensibili”, e forse qualcuno lo è.
La maggior parte, però, cresce sentendo il dovere di “nascondere” i propri sentimenti, le proprie emozioni, perché ancora oggi l’immagine del maschio che va per la maggiore è quella di colui che raramente è triste, abbattuto, incerto o sofferente.
Di un maschio si può dire tutto: che è disordinato, distratto, superficiale… Insomma, i peggiori difetti.
Ma nessun maschio vorrebbe essere definito “vulnerabile”, perché ne andrebbe della sua immagine e del suo ruolo.
E così, sin da piccoli, imparano a non esternare le proprie emozioni.
Avete presente quando un maschietto piange perché si è fatto male o ha paura?
Spesso la risposta di chi gli sta intorno è: “Su, smettila di fare la femminuccia!”.
E non c’è nulla di peggio che essere considerati delle femmine, perché significa “non essere maschi”.
I maschi, quindi, imparano a non mostrare i propri sentimenti, a non renderli pubblici.
Come fanno allora, quando sono a terra?
Cercano di distrarsi, magari uscendo di casa: c’è chi va a correre, chi va al bar vicino a casa, chi fa un giro in auto, in moto o in bici, chi si dedica a uno sport, chi fa bricolage.
A casa, intanto, mamme, mogli, compagne, fidanzate si lamentano e si arrabbiano, perché in certi momenti difficili, loro – i maschi – reagiscono con il SILENZIO.
Ma loro non hanno intenzione di farci stare male;
non stanno in silenzio perché non hanno nulla da dire;
non sono privi di sentimenti o emozioni.
E’ solo che, manifestare il loro dolore, parlare della loro sofferenza, li farebbe apparire “fragili” e non lo vogliono.
Noi femmine, anche le più forti, possiamo permetterci il lusso di piangere, di crollare, di chiedere aiuto… I maschi no, perché sin da piccoli sanno che non verrebbe apprezzato.
E questo è profondamente sbagliato.