Oggi si sente tanto parlare di “leader” sia in campo professionale, che sportivo, politico, culturale.
Il leader è una persona che “guida” un gruppo e spesso il termine viene tradotto con “capo”, perché deriva dal verbo “to lead” che in inglese significa dirigere, guidare.
Ma “capo” e “leader” in realtà non sono proprio la stessa cosa.
Sul lavoro capita a tutti di sottostare a un capo, ma… di considerarlo un leader?
Conosco certi personaggi, che sono stati “capi” e per questo formalmente rispettati, ma che – una volta andati in pensione – sono stati ricordati solo per le loro pessime decisioni o per i loro comportamenti scorretti.
Possiamo considerarli, dunque, dei leader?
La Storia, d’altro canto, ci ricorda l’esistenza sia di leader negativi sia di positivi…
Ma è solo di questi ultimi che voglio parlarvi oggi.
Diciamoci la verità: essere leader positivi non è “roba per tutti”.
Dipende da come si è, dai valori che si hanno, dagli scopi che ci si pongono e dall’autostima che si possiede.
Voi pensate di essere o di poter essere dei leader positivi?
Magari lo siete e non ve ne rendete conto, perciò mettetevi sotto la lente d’ingrandimento e vediamo quanti tra voi lo sono o lo possono diventare.
Al lavoro, a scuola, nello sport
un leader non è chi cerca di “influenzare” gli altri, dispensando loro consigli non richiesti e “vendendosi” come la persona più disponibile del mondo
(soprattutto coi nuovi arrivati) con il preciso, ma subdolo intento di crearsi alleati e “avere tutto sotto controllo” per poter avere ampi spazi di manovra nel realizzare ciò che desidera per sé.
Il vero leader non ha tempo per cose simili, né per invidie o gelosie o misere competizioni.
Brilla perché “ci mette la faccia” in tutto ciò che fa.
Se ne assume la responsabilità e non ha paura di dimostrarlo.
Quando qualcuno fa qualcosa che lo indispettisce, non gli punta il dito contro, ma chiede semplicemente chiarimenti mettendo da parte atteggiamenti accusatori, perché lo scopo è fare chiarezza.
Un leader positivo non “crea” problemi, li risolve e, sì, può anche sbagliare, ma non lo fa mai in malafede, perché il suo unico scopo è far funzionare al meglio le cose, impegnandosi in prima persona.
Il vero leader, infatti, si misura con se stesso, non gareggia con gli altri per dimostrare a tutti che lui è il più bravo e la sua squadra è la migliore.
Cerca invece di migliorare ogni giorno e far sì che il suo team possa crescere.
Il leader positivo quindi si rimbocca le maniche e coinvolge gli altri senza sfruttarli, guarda oltre le piccolezze e riflette su ciò che è meglio per tutti e non solo per sé.
Che dite?
Vi siete riconosciuti ?
Se vi siete resi conto di essere persone così, non nascondetevi!
Abbiamo così tanto bisogno di leader come voi!