Abbandonate i soliti propositi per l’Anno Nuovo e date vita a veri obiettivi.

L’anno nuovo porta sempre con sé dei buoni propositi che solitamente sono legati ad alcuni desideri che teniamo nel cassetto da tanto tempo.

Magari sono anni che vorremmo rientrare in quei bei blu-jeans o iscriverci a un corso di inglese o ancora andare in palestra o addirittura sistemare il nostro curriculum per cercare un nuovo posto di lavoro.

Che si tratti di sport, di studio, di qualsiasi altra cosa… l’importante è trasformare il nostro desiderio in un vero obiettivo.

Sembra una cosa semplice, ma non lo è. Quantomeno non è così immediata come crediamo, perché dobbiamo metterci a tavolino e pensare, oltre che scrivere.

E dobbiamo farlo da soli, perché la prima regola per raggiungere il nostro obiettivo è far sì che dipenda esclusivamente da noi.

Sì, vabbè, Laura ma non c’è niente che dipenda solo da me! Quindi che faccio?!

In realtà ci sono obiettivi che possiamo portare a termine da soli.

Pensate alla dieta, ad esempio. Tocca a noi informarci da quale dietologo/nutrizionista farci seguire. Dipende da noi seguire poi la dieta e resistere alle tentazioni.
Pensate allo sport: siamo noi a decidere, in base ai nostri impegni, quanto tempo dedicare all’allenamento, in quali giorni farlo e in quali fasce orarie.
Lo stesso per lo studio, dove siamo noi a stabilire “quante pagine” studiare al giorno, per quanti giorni, in quali giorni e per quante ore.

Perciò, come vedete, sono parecchi gli obiettivi sotto il nostro totale controllo.
Quindi scegliete il vostro!

E ora andiamo a definirlo meglio, perché soltanto così lo porteremo a termine con grande soddisfazione.

Siete pronti?

Ecco le domande a cui dovete rispondere (per iscritto):

  • Avete espresso il vostro obiettivo in modo preciso e dettagliato? (es. Voglio dimagrire 3 kg in tre mesi).
  • Vi sembra realistico?
  • Siete in grado di farlo?
  • E’ una sfida che vi motiva o che vi mette ansia?
  • E’ davvero un vostro obiettivo o “arriva” dall’esterno? (dal partner, dal genitore, ecc)
  • Riuscite a “immaginarvi” mentre spuntate il vostro obiettivo? E come vi sentite?
  • Avete stabilito in quanto tempo raggiungerlo?
  • E’ sotto il vostro totale controllo?

Ecco, se avete risposto per iscritto a queste domande, avete sotto agli occhi la verità, ovvero se l’obiettivo che avete scelto fa davvero per voi, se vi interessa veramente e se vi sentite motivati a spuntarlo.

Troppe volte, infatti, gli obiettivi che ci poniamo sono frutto di influenze esterne: dimagrire per piacere di più al partner, andare in palestra per perdere peso, studiare perché lo vogliono i genitori…

Perciò ricordate: se l’obiettivo non “viene da voi”… non lo raggiungerete mai. Garantito!

Ma chi l’ha detto che dobbiamo essere per forza e sempre al top?

Oggi per essere considerati al top e godere del consenso generale dobbiamo avere una serie di caratteristiche: sempre in salute, sempre sorridenti, sempre in linea e prestanti, sempre pieni di amici, con stipendi da capogiro, con figli perfetti, con partner devoti…

Certo non possiamo cambiare quello che pensa la massa, ma possiamo domandarci:

“Essere così, mi rende felice?”

La realtà è che, se per inseguire questo “standard”, ci stressiamo così tanto da perdere il sorriso… Beh, forse stiamo rincorrendo qualcosa che non ci rappresenta e questo significa che stiamo perdendo noi stessi e i nostri veri bisogni.

Chi vorrebbe mai snaturarsi?
Eppure ci sforziamo ogni giorno per essere come gli altri ci vogliono.
O per lo meno, come “crediamo” di dover essere.

Certo, a chi piace essere malato, grasso, solo e con uno stipendio da fame?
A nessuno. Ovvio.
Ma ragionare per estremi non ci aiuta.

Chi l’ha detto che bisogna essere al top, altrimenti si è sotto zero?

Magari non siamo al top, ma se ci analizziamo possiamo renderci conto di quante qualità abbiamo, quanti obiettivi abbiamo già spuntato e quanti aspetti positivi caratterizzano la nostra vita.

Ma per fare questo dobbiamo imparare a rilassarci
Smetterla di rincorrere ciò che non siamo e che non saremo mai.

E guardate che io credo profondamente nella spinta e nella capacità umana di migliorare se stessi.
Perciò non fraintendetemi: il mio non è un invito a impigrirci, a trovare scuse per non impegnarci né agire.

Il fatto è che dobbiamo sentirci liberi di scegliere in che cosa migliorare.
Non devono imporcelo gli altri.

Anche perché la motivazione deve venire da “dentro” per spingerci davvero e per lungo tempo.
Altrimenti iniziamo qualcosa e poi la abbandoniamo…
Col risultato di sentire di aver fallito.

Pensate allora a dove va a finire la nostra autostima!

Diventa un circolo vizioso: più inseguo obiettivi che non “sento” (ma che mi impongono gli altri), meno motivazione ho e più rischio di fallire.
Se fallisco, mi convinco di non essere all’altezza e la mia autostima crollerà.
E con un’autostima così bassa non intraprenderò mai nulla di nuovo e quindi non sarò mai all’altezza di quegli standard che mi impone la società…

Quindi, se vogliamo essere felici, dobbiamo stabilire i “nostri” standard e definire gli obiettivi importanti per noi.

Magari non saremo al top agli occhi degli altri…
Ma il successo – oggi –  è vivere facendo scelte (magari impopolari) che ci regalino serenità e pace.

Perciò smettiamola di competere quotidianamente con modelli che non ci appartengono!
La nostra vita ci ringrazierà.

Se hai superato i 40 e vai verso i 50… sfodera un bel sorriso: è tempo di pensare a te.

Entrare negli “anta” è un momento che non si dimentica e che si può vivere in modi completamente opposti:
c’è chi è felice di poter dire finalmente “Oh, guarda che io non sono mica nata ieri!” e chi invece va in crisi perché “gli anta” la fanno sentire vecchia.

Comunque tu l’abbia vissuto, una cosa è certa: si fanno dei bilanci, si guarda a che cosa si è lasciato indietro e a come si è cambiate.

A volte il bilancio è positivo, perché si è raggiunta una tale sicurezza di sé da sentirsi pronte a cogliere nuove sfide.
Altre volte si entra in crisi, rendendosi conto di aver messo in stand by la propria vita, di aver rinunciato a una serie di esperienze che ora sembrano irrecuperabili.

Non è quindi importante il numero dei tuoi anni sulla carta d’identità, perché ci sono donne che, superati i 40, si sentono già vecchie e altre invece che si abbattono compiendo i 50.

Sophia Tucker ha detto “La vita comincia a quarant’anni”.
Ma quante direbbero con sincerità la stessa frase?

In effetti i cambiamenti ci sono entrando negli “anta” e procedendo verso i 50.

  • Cambia il fisico
  • Cala l’energia e si allungano i tempi per il recupero
  • Si ha meno pazienza
  • Ci si sente ancora giovani “dentro”, ma fuori non lo si è più
  • Si è “signore” e non più ragazze…

Però ci sono anche degli aspetti positivi e tra questi – fondamentale – una maggiore sicurezza di sé per l’esperienza di vita accumulata. Fantastico, no?

Sì, belle parole, ma se hai dei rimpianti o qualche desiderio rimasto indietro?

E’ certamente il momento di realizzarlo!
Buttati e segui il tuo istinto!

Eh, ma se ormai non è più il momento?

E chi l’ha detto?
Sai che Cristoforo Colombo aveva 41 anni quando ha scoperto l’America?
E Leonardo da Vinci ne aveva 51 quando ha dipinto la Gioconda?

Jim Carrey ha detto:
“… devi separare te stesso da quello che gli altri si aspettano da te e fare ciò che ami. Perché se hai 50 anni e non fai quello che ami, che senso ha?”.

E allora, tu a cosa vuoi dedicarti?
Qualunque cosa vuoi fare, falla.

Non sai da che parte iniziare?
Scrivi una lista di ciò che ti piacerebbe fare.

Poi metti in ordine di gradimento le voci in elenco.
Verifica che il risultato dipenda da te, esclusivamente da te.
Ora puoi partire dal numero uno, il primo della tua lista.
Su un foglio scrivi tutto ciò che – secondo te – devi fare per raggiungere il tuo obiettivo.

Prepara i vari step e…
Inizia a contare: 5 – 4 – 3 – 2 – 1 – 0!  E via con l’azione!

Comincia a inseguire il tuo desiderio, il tuo sogno, il tuo obiettivo!
Non fai male a nessuno, lo sai.
Alleggerisci la tua vita.
Smetti di sovraccaricarla!

Regala i libri che sai che non leggerai mai.
Elimina i vestiti che non vuoi più indossare.
Allontana da te anche i pensieri negativi, i ricordi che fanno male, le persone sgradevoli.

Ora è il momento di pensare a te!

Ti senti “vuota” dentro? Forse sei troppo piena.

Ci sono donne che, vedendo finire una relazione, vivono un senso di “vuoto” e stanno male perché non sanno come riempirlo.

E’ il caso di Sofia che, con aria sconsolata, mi racconta della sua storia con un uomo che in tre anni l’ha distrutta, facendole perdere autostima e fiducia in se stessa.
Un compagno che le ha tarpato le ali ogni volta che lei ha tentato di volare per raggiungere un obiettivo.
“Ma sei sicura di voler tentare? Perché guarda che se va male, come spesso accade, ci rimani malissimo” le ripeteva, oppure le minava quelle poche certezze che le erano rimaste con frasi del tipo: “Ma pensi davvero di farcela? Pensi di esserne capace?”.

E a furia di mettere in dubbio le sue capacità con la scusa del “Lo dico per te, perché tu non soffra se fallisci”, l’ha fatta sentire inadeguata in tutto.

A quel punto l’ha lasciata con il colpo di grazia: “Sei una fallita, senza spina dorsale! Ti fai mettere sotto i piedi senza affrontare la situazione! Non hai carattere!”.

E lei è crollata.
Si è chiusa in se stessa e non ha accettato nessun tipo di aiuto per un anno.

Poi… mi ha contattata.

Quando l’ho incontrata non aveva alcuna certezza. Nemmeno sull’obiettivo da voler raggiungere.
Continuava a ripetere che non si sentiva più la ragazza di un tempo. Quella sì era forte e determinata. Già!
Mica come lei, che ha messo in stand by la sua vita per amare un uomo che l’ha solo distrutta.
Aggiungiamo anche una buona dose di sensi di colpa per averglielo permesso e il quadro è completo.

Magari è capitato anche a te di trovarti nella situazione di Sofia: di abbandonare il ruolo di “protagonista” nella tua vita per diventare “una comparsa” nel film di un altro.

Esserti quindi svuotata dei tuoi sogni e desideri, senza nemmeno rendertene conto.

Esserti snaturata e aver perso te stessa in nome di un amore che era solo a senso unico.

Se però, come Sofia, sei diventata consapevole di vivere da spettatrice e desideri tornare protagonista, ma non sai come fare, perché senti un gran vuoto dentro che non vuoi colmare con un altro uomo…

Prova ad immaginare un grande sacco “vuoto”: che cosa vuoi metterci dentro? Con cosa desideri riempirlo?

Se la tua prima risposta è “non lo so”, insisti: pensa, guarda bene dentro.

Spesso accade che – come per Sofia – il “vuoto” in realtà è così pieno di paure da impedirti di vedere quello che c’è e che desideri raggiungere per stare bene.

Fai luce in quel “sacco” e scoprirai tanti nuovi obiettivi da raggiungere: amicizie da riallacciare, capacità da riscoprire, interessi da coltivare.

E se capisci che da sola ti riesce difficile… contattami.
Al traguardo ti accompagnerò io.

Scopri perché non riesci a raggiungere i tuoi obiettivi!

Quante volte ci lamentiamo di non riuscire ad avere ciò che vogliamo?

Sì, lo desideriamo, ma poi “ci perdiamo” oppure non sentiamo più la spinta necessaria a ottenerlo.

E guardiamo chi invece ce la fa, sentendoci “dei perdenti” (si trattasse anche semplicemente di seguire una dieta dimagrante).

Ma perché c’è chi ce la fa e noi no?

Ammesso che il nostro desiderio sia concreto, ciò che fa la differenza viene prima del “mettersi in cammino” e consiste nel definire chiaramente lo scopo per cui vogliamo fare quella determinata cosa.

Facciamo un esempio: prima di iscriverci in palestra, dobbiamo chiarire con noi stessi il motivo per cui vogliamo fare attività fisica.

Per dimagrire? Per tonificare? Per scaricare le tensioni? Per svagarci?

Domandarci, quindi: “Ma io so che cosa voglio?”.

Questo vale in tutti i settori della nostra vita.

Oltre a questo dobbiamo provare il grande desiderio di arrivare al risultato che vogliamo.

Senza il desiderio, infatti, non arriveremo da nessuna parte, perciò domandiamoci:

“Da 0 a 10, quanto desidero realizzare quel mio desiderio?”.

E se la risposta è “5”, significa che quell’obiettivo non è poi così importante per noi.

Al contrario, più ci avviciniamo al 10 e più vorrà dire che siamo convinti di volerlo raggiungere.

E’ fondamentale comprendere questa cosa, perché i desideri, i sogni, gli obiettivi sono una bella cosa e possono regalarci euforia e gioia nel momento in cui li formuliamo, ma ricordiamoci che, per non restare soltanto tali, devono essere trasformati in azioni concrete.

Perciò, se abbiamo tutto chiaro… Diamoci da fare!

Ragazzi, imparate a essere “determinati” e… arriverete alla meta!

Avete voglia di raggiungere un obiettivo che prevede di impegnarvi per molto tempo e avete paura di non farcela?
Siete caduti nel “vorrei, ma non so se ce la farò”?

Non preoccupatevi!

La soluzione c’è, ma prima rispondete a una domanda: “Da 0 a 10, quanto ci tenete a raggiungere il vostro obiettivo”?
Più vi avvicinate al 10 e più significa che quell’obiettivo per voi è importante.

Ma come fare per non mollare?

Dovete essere “determinati”!
Significa che dovrete aver chiaro, nei minimi dettagli, il vostro obiettivo e considerare sia i lati positivi sia gli ostacoli e le difficoltà del percorso che dovrete fare.

Prima di tutto dovrete far tacere la vocina che avete in testa e che vi ripete che “non ce la farete mai”.

Poi dovrete mettere in conto che arriveranno i momenti in cui vorrete arrendervi: non fatelo!
Se le difficoltà saranno molte, non cambiate obiettivo, ma trovate nuove strade per raggiungerlo.

Restate concentrati, anche se il risultato non si vede subito!
E se sbaglierete qualcosa, sarà normale, perciò continuate pure a sbagliare, finché non troverete la via giusta.

Fate così:
1) preparatevi ad affrontare gli ostacoli, riflettendoci in anticipo: pensare che tutto andrà bene, senza prepararsi per tempo, significa essere superficiali;

2) guardatevi dentro: “Sapete rialzarvi quando cadete?” o siete di quelli che mollano alla prima difficoltà?
E’ importante rispondervi in modo sincero, se volete porvi grandi obiettivi;

3) lavorate tutti i giorni sul vostro obiettivo e non rimandate a domani, perché il rischio è abbandonare l’obiettivo;

4) concentrate la vostra attenzione sui passi “veramente” necessari per giungere al vostro obiettivo: piccole cose, ma davvero utili;

5) smettetela di dire o pensare che “non siete dei talenti”!
La determinazione, intesa come enorme impegno, è fondamentale quando volete raggiungere un importante traguardo.
Fissarvi sul discorso del “talento” è solo una scusa per non impegnarvi!

 

* Articolo scritto da Laura Gazzola e pubblicato sulla pagina dei ragazzi de La Provincia di Como (16/10/2018)

Ragazzi, ce l’avete un Sogno?

Quando chiedo ai ragazzi: “Qual è il tuo sogno?”, di solito mi rispondono: “Cioè?”, “In che senso?” oppure “Boh!”, “Non lo so”.

In effetti oggi sentono spesso parlare di “sogno”, ma non ne conoscono il significato, perciò glielo spiego così: “Innanzitutto il sogno non ha nulla a che fare con il dormire o il perdersi con la mente a fantasticare storie irrealistiche”.

E’ infatti qualcosa di molto concreto, un obiettivo molto importante che ci proponiamo di raggiungere facendo leva sulle nostre forze e capacità. Quindi è qualcosa di impegnativo, che richiederà tutta la nostra attenzione.

Un vero “sogno”, infatti, ci fa pensare alla conquista, ci fa sentire passione e non può essere “misurato” con l’importanza che gli attribuiscono gli altri, perché dev’essere “importante per noi”, per noi e basta.
Facciamo un esempio: per me un “sogno” è ottenere 8 in italiano. Per un altro, invece, è raggiungere il 10″.

A questo punto chiedo loro: “Qual è il tuo sogno”?
E se vedo che loro tentennano, perché non sono sicuri che si tratti di un vero “sogno”, fornisco loro questi INDIZI:

1) è qualcosa che vuoi conquistare e a cui pensi spesso;
2) è ciò che vuoi ottenere e che ti fa svegliare alla mattina con la voglia di “vivere” la giornata;
3) è un obiettivo per il quale le ore spese ogni giorno per esercitarti non sono un peso, ma un passo in più verso la conquista;
4) è qualcosa per cui sei disposto a “sacrificare” qualcos’altro (come chi fa agonismo e rinuncia ad uscire con gli amici per allenarsi);
5) è qualcosa che “ti fa battere il cuore” al pensiero di quando lo raggiungerai. E poi, quando immagini di averlo raggiunto, ti senti felice.

Non tralascio mai di aggiungere però che un “sogno” è anche sofferenza, rabbia, delusione, quando vedi che fatichi a raggiungerlo.

Ma il messaggio positivo è che è in quei momenti di abbattimento che tutti noi scopriamo CHI SIAMO e ci rendiamo conto della nostra forza e determinazione.

E… soprattutto capiamo se quello è davvero il nostro sogno o quello di qualcun altro (magari di un adulto che non è riuscito a raggiungerlo).