Mi presento:
mi chiamo Laura Gazzola e sono nata a Milano in un tardo pomeriggio d’autunno, quando i colori si fanno più caldi, intensi e il tramonto invita alla riflessione.
I segni che mi caratterizzano sono la fiducia nel futuro, l’entusiasmo, il piacere di cogliere nuove sfide e una forza interiore che non mi abbandona mai, nemmeno nei momenti più difficili e dolorosi.
La mia potenzialità più spiccata è l’integrità, che si traduce nell’essere sempre me stessa e nel vivere senza tradire i miei valori, con onestà e nel pieno rispetto degli altri.
Studi:
data la mia innata propensione a portare gli altri alla loro meta, ho frequentato con passione il Liceo delle Scienze Umane e poi la facoltà di Lettere Moderne all’Università Statale di Milano, con indirizzo pedagogico e tesi psicopedagogica.
Gli anni universitari sono stati intensi e stimolanti, sempre affiancati da esperienze professionali mirate e utili alla mia formazione, perché “ mordere la vita ” e “ vivere a 100 all’ora ” sono stati i sentimenti guida della mia vita.
I miei amici, infatti, mi definivano affettuosamente un’iperattiva.
La scelta di una tesi sperimentale, di carattere psicopedagogico, con le prof.sse Susanna Mantovani e Silvia Kanitza, è stata la conseguenza naturale delle mie esperienze professionali in campo acquatico, nei corsi per genitore-bambino, e dei miei interessi e studi in campo psicologico e pedagogico, che mi hanno fatto superare brillantemente sia esami di psicologia (dell’età evolutiva, sociale, dinamica…) sia di pedagogia (anche sperimentale).
Durante gli ultimi anni universitari, poi, ho frequentato seminari e stage in psicodinamica, che mi hanno permesso di conoscermi meglio e di aiutare con maggior competenza i miei “allievi” e clienti, in campo sportivo prima, scolastico e di crescita personale in seguito.
Alcuni anni fa, poi, ho avvertito il desiderio di una seconda laurea in Psicologia e mi sono preparata al test di ammissione, mai affrontato a causa di un episodio tragico che ha avuto come protagonista un trentenne di grande talento a cui ero molto affezionata, il quale, caduto in depressione e sebbene seguito da una psicologa, ha comunque deciso di togliersi la vita. In quel momento doloroso, ho vissuto la concreta disillusione che diventare psicologa non mi avrebbe dato la certezza di “guarire” le persone afflitte da seri problemi psicologici. Occuparmi di patologia non era quindi ciò che desideravo.
Dopo una profonda riflessione durata alcuni mesi, sono giunta alla decisione di cambiare rotta per lavorare solo su soggetti sani, scoprire e allenare le loro potenzialità, portando alla luce le loro motivazioni, nella convinzione e nella fiducia di rendere più gratificante la loro vita.
Da lì, la scoperta, la frequentazione e il diploma alla Scuola italiana di Life e Corporate Coaching, che mi ha trasmesso gli strumenti e il metodo necessari a svolgere la straordinaria professione di Personal Coach.
Studiare, d’altra parte, è sempre stata una mia passione, perché apre la mente e mi permette di capire meglio e in modo più approfondito le persone.
Vocazione:
la naturale predisposizione ad ascoltare gli altri, a prendermi a cuore i loro problemi e ad aiutarli a risolverli, condividendo la gioia e la soddisfazione di superarli, si è manifestata in molti modi, tanto tempo prima di conseguire il diploma di Coach.
Nelle molte esperienze di lavoro vissute, la costante è sempre stata aiutare gli altri a raggiungere i loro obiettivi, superando gli ostacoli e risolvendo i problemi, per renderli sereni.
Nella mia attività di docente nella scuola secondaria, ad esempio, ho sempre dedicato molto tempo agli incontri con le madri che, disorientate di fronte ai cambiamenti dei figli adolescenti, mi confessavano tutte le loro fatiche, i loro smarrimenti e le loro ansie, cercando con me un confronto costruttivo e commuovendosi poi nell’ascoltare il profilo positivo dei figli che io restituivo loro.
Nella scuola ho ricercato il costante dialogo con gli adolescenti, rendendomi disponibile anche per il Centro d’Ascolto, una sorta di sportello che aiuta i ragazzi che lo chiedono a risolvere i loro problemi scolastici e relazionali.
Questi dialoghi spontanei mi hanno consentito di entrare in contatto con i loro sentimenti, le loro preoccupazioni e paure, la loro “profondità” e il loro bisogno di essere amati per quello che sono.
Una conoscenza dell’universo adolescenziale che si è ulteriormente arricchita con l’esperienza quinquennale della rubrica “Ex cattedra”, sulla pagina dedicata ai giovani dal quotidiano La Provincia di Como, in cui mi sono occupata dei problemi adolescenziali, rispondendo alle molte email che i ragazzi mi inviavano. Uno spazio in cui potevano esprimersi liberamente, chiedere consigli e affrontare gli argomenti che avevano più a cuore.
Tutte queste esperienze mi hanno spinta, dopo il diploma di Personal Coach, a seguire un approfondimento proprio su di loro, tenuto dal Dott. Luca Stanchieri (autore di “Adolescenti. Istruzioni per l’uso”) a Roma.
La mia curiosità, la passione per lo sport e il desiderio di far superare la paura dell’acqua a chi non era capace di nuotare, mi hanno fatta diventare Istruttore Federale di Nuoto. Dialogare con i miei allievi, sia piccoli sia adulti, conquistarne la piena fiducia, trasmettere loro sicurezza e renderli consapevoli delle loro potenzialità, portandoli a muoversi nell’acqua in maniera disinvolta e felice, mi ha messa in contatto con le loro paure più nascoste e con le loro forti emozioni. Questo mi ha stimolata a studiare ancor più tutti gli aspetti psicologici che sottendevano l’acquisizione delle tecniche natatorie.
Da lì, gli anni trascorsi a specializzarmi con la Federazione Francese (sotto la guida di Claudie Pansu), per studiare il modo migliore di sfruttare l’elemento acquatico a fini formativi.
Era il 1990 e creare un corso per sviluppare nei bambini le qualità morali come il coraggio, la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, sembrava un’impresa titanica. Quella però era la strada giusta.
Aprii un corso di Acquaticità per genitore-bambino (età 3 mesi – 3 anni) e alternai lezioni teoriche per i neogenitori, che chiedevano di imparare a relazionarsi con i loro figli così piccoli, a lezioni pratiche in piscina, dove i piccoli imparavano a fidarsi dei genitori e acquisivano sicurezza nelle proprie capacità.
Fu un decennio straordinario.
Quei lunghi anni, a contatto con le preoccupazioni e paure dei neogenitori, il dialogo intimo con le donne, che spesso si sentivano madri inadeguate, non si piacevano più fisicamente, si sentivano poco attraenti e molto stanche e avvertivano la nostalgia e la mancanza del rapporto con il proprio partner, mi ha insegnato tantissimo sull’universo della Coppia e della Donna.
Le mie due grandi passioni, la scrittura e la conoscenza di se stessi e delle proprie emozioni, poi, mi hanno stimolata ad attivare dei corsi di scrittura per adulti, nei quali i partecipanti usavano la scrittura per recuperare ricordi ed emozioni dimenticate, condividendoli con gli altri corsisti.
In quelle serate, fatte di letture, racconti autobiografici ed esercizi individuali e di gruppo mirati a rimettere in moto le memorie visiva, olfattiva e uditiva, ciascun partecipante si liberava delle zavorre quotidiane per tornare indietro nel tempo e rivivere emozioni e sensazioni sopite, diventando consapevole delle proprie scelte e delle proprie azioni e reazioni. Momenti indimenticabili di crescita personale, grazie ai quali ho avuto la conferma che il lavoro sulle emozioni positive è una solida base da cui partire per riuscire a cogliere nuove sfide e guardare al futuro con ottimismo e fiducia.
Oggi la mia vocazione si traduce nell’essere una buona Coach, capace di applicare il metodo con serietà e rispetto per l’unicità della persona che si rivolge a me, con lo scopo di farle ottenere i risultati che desidera, sostenendola con forza e gentilezza, per regalarle una vita qualitativamente migliore.
Lavoro:
svolgo la professione di Life Coach e di docente con grande passione e convinzione.
Fiore più amato:
l’orchidea, che amo coltivare, perché appare delicata, ma è molto robusta e sa mostrare chiaramente ciò di cui ha bisogno. Un fiore nobile e forte allo stesso tempo.
Certezze:
l’amore e il sostegno dei miei cari, oltre alla capacità di sapermi rialzare dopo essere caduta. Il rapporto intenso con i miei allievi e con i miei clienti del Coaching, che mi stimolano a crescere continuamente in professionalità e umanità. La fiducia, la stima e l’affetto di tutti gli adolescenti e i genitori che ho incontrato sulla mia strada.
Passioni extralavoro:
ho molti interessi, anche se devo ottimizzare sempre il tempo libero a disposizione. Mi piace molto leggere e studiare, ma amo molto anche lo sport, che ho iniziato a praticare sin da piccola. Nuoto, vela, windsurf mi riportano alla mia infanzia e adolescenza. Il tennis, a cui associo emozioni forti e grandi entusiasmi. La montagna, non tanto per lo sci, ma per il trekking, la mia passione. La montagna da vivere quasi in solitudine, apprezzandone il silenzio, ascoltando la voce del vento e il battito del mio cuore. La vetta da conquistare, con rispetto, umiltà e lo zaino pesante sulle spalle. La salita, da affrontare anche in ferrata e arrampicata, avendo fiducia nel compagno che mi fa sicura con la corda. La vista che si ammira dall’alto, una volta arrivati in vetta.
Adoro i tramonti, l’autunno e la primavera. Amo la fotografia e i viaggi in libertà in Paesi lontani, perché mi interessa tantissimo entrare in contatto con la gente del posto e conoscerne le tradizioni e il pensiero. Mi considero una viaggiatrice e non una turista.
Il viaggio più amato è stato quello in India, dove la gente non ha nulla, ma dona le cose più preziose: il sorriso, il saluto, il calore umano.
Infine, l’amore per la scrittura, quella intima e personale, ma anche quella che mi permette di dialogare con gli altri e di far conoscere una parte di me.
Parola preferita:
“Forza”, che uso in molte frasi, soprattutto “Forza!, ce la puoi fare!”