Nadia è una bella cinquantenne, cresciuta in una famiglia vecchio stampo, con due genitori che hanno cresciuto i figli senza aiuti e un padre che, nel lavoro, si è fatto tutto da sé.
Il mantra che lei ha ascoltato sin da piccola è “Chi fa da sé, fa per tre” e infatti non ha mai visto i suoi genitori chiedere aiuto a nessuno. E le rare volte in cui l’hanno fatto, si sono sdebitati immediatamente con un dono.
Questo l’ha spinta a fare altrettanto, con grandi sacrifici e molte frustrazioni, caricandosi sempre più pesi e rifiutando l’aiuto di chi glielo offriva, col risultato di apparire orgogliosa, forse anche un po’ superba.
Tutti la vedono indipendente, autonoma, forte… Così deducono che non abbia né gradisca l’aiuto di nessuno e lei ne soffre.
Ci sono tante persone come Nadia, “bloccate” nel chiedere o incerte sul farlo per non sembrare invadenti o inopportune.
La verità, però, è che tutti abbiamo bisogno di sostegno, che sia concreto o psicologico.
Saper chiedere ci rende “umani” agli occhi degli altri. Non farlo, ci fa apparire come supereroi (anche se non lo siamo) e nessuno ama avere a che fare con un supereroe, perché fa sentire inadeguati.
Ma come “chiedere”?
Ovviamente, prima di farlo, valutare la possibilità di fare da sé, se non altro per evitare di approfittarci dell’altro.
Importante è aver chiaro ciò di cui abbiamo bisogno ed esprimerlo con semplicità: scegliere il momento adatto e le parole giuste.
Fare la nostra richiesta con tono spontaneo e frasi sincere.
Non dobbiamo temere di essere giudicati o rifiutati.
Lo scopo è chiedere aiuto, non essere certi che ci verrà accordato.
Perciò non dobbiamo nascondere di essere in difficoltà: non si tratta di fare le vittime, di piangersi addosso, ma di chiedere consiglio o aiuto in qualcosa che non siamo in grado di fare da soli.
Una volta ricevuto l’aiuto, poi, non sdebitiamoci subito, come a dire “Ecco, non ti devo più nulla! Con te ho chiuso!”, ma
ringraziamo con qualcosa di simbolico: un fiore, un bel biglietto di gratitudine, parole di ringraziamento sincere.
Tanto è scontato che, se siamo persone che chiedono poco, saremo grate e disponibili a ricambiare quando l’altro avrà bisogno.