Se vuoi “orientarti” bene, inizia in seconda media.

Gli studenti all’ultimo anno della “ex scuola media” hanno solo tre mesi di tempo (da settembre a dicembre) per decidere a quale scuola superiore iscriversi.

E’ una scelta importante, perché frequentare una scuola non adatta significa poi ritrovarsi demotivati, fare fatica a studiare e quindi avere un basso rendimento, che porta col tempo a sentirsi inadeguati, con la conseguenza di una scarsa autostima nelle proprie capacità.

Tutto questo può portare i ragazzi a non voler più cogliere nuove sfide né a mettersi alla prova.
In poche parole, a non volersi porre obiettivi, per paura di fallire o di non essere in grado di raggiungerli.

Ecco perché orientarsi bene è fondamentale.

Il percorso di Orientamento a scuola, fatto in classe con i docenti, è utile sia per capire le differenze tra i vari tipi di scuola superiore (liceo, istituto Tecnico, professionale, ecc.) sia per conoscere le caratteristiche specifiche di ciascuno (quali materie si studiano, per quante ore, quali sono gli indirizzi e gli sbocchi professionali).
Altrettanto utili, a questo scopo, sono le proposte dei singoli istituti: partecipare al loro Open Day permette di visitarli e di fare delle domande di approfondimento.
Di solito gli studenti trovano interessanti anche i Saloni dell’Orientamento, dove possono raccogliere informazioni e ricevere brochure da consultare con calma a casa insieme alla famiglia.

Nonostante questo, molti ragazzi sbagliano la scelta e si ritrovano bocciati al termine del primo anno.
Come mai?

I ragazzi non si conoscono.
Scelgono spesso in base alla “bravura” a scuola (sono bravo in matematica, quindi liceo scientifico), ma i buoni voti non predicono per forza i risultati futuri, che dipendono da tante variabili (i docenti, il gruppo classe, il contesto).

I voti perciò possono dare indicazioni fuorvianti, poiché non parlano dei desideri, dei sogni, delle passioni e degli hobby dei ragazzi.

Pensate al draghetto Grisù che sputava fuoco, ma voleva fare il pompiere e salvare la gente.
Quello era il suo sogno!

Perciò indaghiamo su che cosa li rende felici e, se non lo sanno, recuperiamo l’informazione da ciò che amavano fare da piccoli.

Quale attività fa perdere loro il senso del tempo e dello spazio?
Dovranno trascorrere cinque anni a scuola: come li vogliono passare?

Non focalizziamoli sul trovare lavoro in futuro, perché il mercato del lavoro è così mutevole che è impossibile prevedere quali saranno gli sbocchi professionali da qui a 5 anni.

Perciò meglio tenere in considerazione le loro potenzialità e aspirazioni, ma anche i loro tempi di concentrazione e il valore che attribuiscono allo studio.

Evitiamo le scelte fatte solo per vicinanza a casa, per seguire il gruppo di amici, per far felici i genitori, seguendo magari le loro orme, oppure per liberarci da una materia in cui facciamo un po’ fatica: le difficoltà fanno parte della vita ed è meglio imparare ad affrontarle, scoprendo come.

Studiare è faticoso, ma scegliere la scuola giusta può renderlo piacevole.

 

*Articolo scritto da Laura Gazzola e pubblicato in un inserto sul Mondo della Scuola de “IL CITTADINO MB”  del 18 gennaio 2020.

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