Avete presente le neomamme, ma anche le neo-nonne e le neo-zie?
Parlano tutte in modo buffo con il nuovo arrivato: “Guarda il ciufciuf!”, “Che bello quel baubau!”, “Facciamo la pappa!”… Ma non solo: spesso chiacchierano col neonato ripetendo frasi come: “Ma come sei bello!” , “Bello di mamma!”.
Lo fate anche voi, eh?!
E magari vi sentite combattute al pensiero che poi vostro figlio “parli male” crescendo.
Conosco infatti una donna manager che quando è diventata mamma mi ha detto: “Non storpierò mai le parole per comunicare con mia figlia! Voglio che impari ad esprimersi correttamente e non con brumbrum, ciufciuf!”.
In effetti nel corso del tempo sono apparsi studi su questo argomento con pareri contrastanti: chi demonizzava il linguaggio usato dalle mamme e chi invece lo incoraggiava.
Oggi a che punto siamo?
Va bene usare questo linguaggio semplice, basato sulla componente affettiva?
Ha un senso giocare con la voce, la mimica facciale e la postura per comunicare col nostro piccolo?
Certamente sì, perché vostro figlio si sentirà rassicurato e compreso.
La vostra voce, infatti, ha un potere enorme su vostro figlio e il bello è che questo linguaggio – chiamato “motherese” – lo aiuta ad apprendere.
I suoni che ascolta, infatti, lo stimolano ad essere più reattivo agli impulsi provenienti dall’esterno e più perspicace.
Usate pure ciò che vi viene spontaneo: cantilene, domande e frasi ripetute (“Che fai?”, “Che fa’ il mio tesoro?”). Serviranno al bebè a metabolizzare bene le parole e quindi ad abituarsi e a comprendere.
Il “motherese” o baby talk non si impara: alle mamme viene naturale, ma ai papà no.
E’ una conversazione fondamentale in cui il bebè (nel corso del primo anno di vita) risponde con dei semplici suoni. Ecco perché i papà sono in difficoltà: perché non lo capiscono.
“Baccio” al posto di braccio, “quetto” (questo), “cappa” (scarpa), “elicotto” (elicottero)… E poi ancora: “Baubau, pappa, popò”… per le mamme è tutto chiaro, per i papà è incomprensibile!
Forse vi sembrerà strano, ma questo linguaggio aiuta i bambini a imparare le parole, soprattutto tra i 12 e 16 mesi.
Quindi non esitate a usare il “motherese”!